Tuesday, March 1, 2011

Giocando al kamikaze

Dopo aver letto 70 pagine di La rabbia e l'orgoglio, mi sembra che questo video sia un buon esempio degli argomenti di Fallaci.

Pakistan, così i bambini giocano al kamikaze
(dal sito Internet de La Repubblica)



Wednesday, February 9, 2011

Bambini eterni

«Uccisi perché? Per il sogno di un gruppo di esaltati che giocavano a fare la rivoluzione, si illudevano di essere spiriti eletti, anime belle votate a una nobile utopia senza rendersi conto che i veri "figli del popolo", come li chiamava Pasolini, stavano dall'altra parte, erano i bersagli della loro stupida follia.»

Questo è stato scritto da Corrado Augias su Repubblica, il 27 febbraio 2007, ed è stato citato da Mario Calabresi alla fine del IX. capitolo di Spingendo la notte più in là. Riassume bene i miei propri pensieri sui terroristi della sinistra negli anni 70 sia in Italia che in Germania. A causa della loro immaturità pensavano che una coerenza radicalmente logica era il massimo bene. Il capitalismo è male; il capitalismo deve essere distrutto; i servitori del capitalismo come poliziotti e giudici sono nemici del popolo e dunque devono essere distrutti prima che il sistema possa essere distrutto. Però non si hanno mai chiesto: come so che ho ragione? Prima di uccidere o gambizzare, azioni irrevocabili, come essere sicuro che ho ragione? Invece di pensarci, hanno "giocato", come ha scritto Augias. Dovremmo considerarli sempre come bambini che non sono mai cresciuti. Da compatire, perfino da perdonare, ma non da onorare o da ascoltare.

Tuesday, February 1, 2011

Citazioni profonde

Gli atti giudiziari sono quelli e, ripeto, ci sono prove inconfutabili. In quel momento scrissero sui muri che ero fascista. Poi quando dissi che non erano stati gli anarchici a mettere le bombe, allora dissero che ero communista. Questa è Italia.

Gerardo D'Ambrosio, ex-giudice, citato da Mario Calabresi (p. 48 di Spingendo la notte più in là)

Nella guerra la verità è sempre la prima vittima. Forse si può anche dire che la verità è sempre il primo nemico, e il più pericoloso.

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Ricordo di fatica di sentirsi diversi, di non essere bambini normali, non avevamo diritto ad avere un nome e un cognome, eravamo "i figli di"...

Mario Calabresi (p. 58 di Spingendo la notte più in là)

La fama è il falso dio più potente del nostro tempo. È la via più facile alla infelicità. Quanta infelicità è stata causata nel tentativo di diventare famoso? Quanto sono infelici quelli che, come Calabresi, sono diventati famosi involontariamente?

Sunday, January 30, 2011

Sicurezza calma

Quando avevo poco più di trent'anni ho avuto un'esperienza di cui pensavo quando leggevo questa parte del libro di Calabresi.

Un pomeriggio facevo un pisolino. Mentre mi svegliavo ho sentito chiaramente una voce che ha detto "Ogni numero eccetto il numero uno è un'illusione." È stata un'allucinazione ipnopompica, o qualcosa di reale? Una buona domanda, ma non mi importa, perché ho sempre agito come se fosse reale. Ho una sicurezza di sfondo che la vita ha senso, ossia l'esistenza ha un senso nella realizzazione che questo mondo di separazione è un'illusione.

Per molti anni non ho detto a nessuno che cosa avevo sentito quel pomeriggio. Invecchiando, non mi interessa più che cosa gli altri potrebbero pensare e sto scrivendo di questa esperienza qui per la prima volta. Mario Calabresi ha una sicurezza simile alla mia, perché suo padre l'aveva condotto da bambino tra una folla per toccare un trombone. Da allora non ha mai avuto paura delle folle. Invece, è sempre il più securo.

Penso sia delle religioni che dell'ateismo, e posso considerarli senza rabbia, ostilità o paura, perché per qualche secondo 18 anni fa mentre mi svegliavo ho sentito qualcosa di inaspettato ma anche gradito. Così pure Calabresi può apprezzare una folla e percepire le sue possibilità e non solo considerarla come ostacolo.

Tuesday, January 25, 2011

L'impossibilità di credere alla morte

"Per sopravvivere si attaccò a flebili spiegazioni e improbabili coincidenze, cercando di fare altro." (Spingendo la notte più in là, p. 32).

Ho notato questa tendenza umana quando ho letto dei vittimi dell'Olocausto. Le SS usarano la tendenza come un'arma psicologica -- la speranza del vittimo, l'impossibilità di credere alla propria morte, permisero alle SS di condurre i vittimi passo passo, senza resistenza, nelle camere a gas.

Sunday, January 23, 2011

Grande Illusione

Il terrorismo, la violenza politica, la lotta armata -- non importa come si chiamano -- tutti sono grandi errori intelletuali perché non rendono conto della totalità degli effetti della violenza. Come spiega Mario Calabresi nel suo libro, i vittimi non sono solo i morti e i feriti, ma anche i parenti per tutta la vita.

Saturday, January 22, 2011

L'uso del "non"

É questo un esempio dell'uso del "non pleonastico" (Spingendo la notte più in là, pagina 21)?
A me basterebbe che quelle poche volte che mio padre è citato, quasi sempre in relazione alla famosa foto, non lo si facesse sbagliando nome e cognome